La busta paga rappresenta il documento più completo per poter valutare la situazione reddituale di un lavoratore: in esso sono presenti le informazioni sulla data di assunzione, sulla presenza di quote di cessione del quinto, ecc.
La predilezione che le banche mostrano nei suoi confronti è dovuta al fatto che rappresenta anche la strada più semplice che può essere sostituita con il Cud se sul conto corrente è individuabile il pagamento ricorrente con la specifica indicazione (ad esempio emolumenti).
Tuttavia alcune banche fanno comunque ostruzionismo a riguardo per cui bisogna prima accertarsi sullo stato di flessibilità dimostrato. Non di rado invece non si ha una vera e propria busta paga da presentare insieme alla richiesta di finanziamento, ed a riguardo non esiste una regola che vale per tutte le banche.
Una situazione a riguardo che ricorre spesso è quella delle casalinghe che non hanno redditi dimostrabili. Tuttavia per loro non ci sono grandi problemi nella presentazione di un garante se si stratta del coniuge (specialmente se si ha la comunione dei beni) oppure di un genitore o di un fratello (in tutti i casi è ancora meglio se si presentano come coobbligati).
Le banche non fanno grandi resistenze se in generale c’è un legame di parentela tra il finanziato e il garante, mentre venendo meno questo presupposto possono iniziare delle difficoltà per importi un po più elevati.
Le banche sono sempre disposte ad andare incontro ai propri clienti che hanno soldi investiti, specialmente per evitare che i clienti stessi disinvestano tali beni. Al di sopra di determinate somme si possono addirittura ottenere anche tassi molto vantaggiosi, quindi se si hanno investimenti sparsi in diverse banche, (e magari qualche prodotto non è molto soddisfacente), è giunta la motivazione giusta per raggruppare gli investimenti ed approfittare delle agevolazioni sul prestito. La banca finanziatrice in questo caso fa firmare un documento che impedisce di vendere gli investimenti o i titoli dati in garanzia, fino al rimborso del prestito stesso.
La soluzione migliore è comunque rappresentata dall’apertura di credito in conto che fa pagare gli interessi solo sui soldi utilizzati realmente. Ovviamente c’è sempre la possibilità di richiedere un mutuo di liquidità, ma bisogna essere proprietari di un immobile, sul quale verrà messa l’ipoteca come garanzia del prestito stesso.
C’è infine la possibilità di sfruttare il prestito cambializzato ma le banche difficilmente accettano di erogare questa forma di prestito se non sono garantiti anche da redditi dimostrabili o non.
In questo caso si torna un po all’antico, dato che il prestito su pegno rimane una evoluzione più elegante del baratto. Rivolgendosi alle banche per dare in pegno oggetti preziosi si ottengono infatti le valutazioni migliori, ed anche dei tassi di interesse accettabili, più che andando ai monti di pietà. E’ comunque necessario possedere dei beni di valore ben specifici, generalmente rappresentati da opere d’arte certificate o da preziosi.