Un Prestito Inps ovvero ex Inpdap (in quanto prima della nascita del Super-Inps prendeva il nome dall’ente che lo erogava e quindi Prestito Inpdap), indipendentemente dalle finalità per cui viene richiesto (dall’acquisto della prima casa, alla ristrutturazione, dalla nascita di un figlio, all’acquisto auto, ecc), segue un iter e delle logiche molto diverse dagli altri tipi di finanziamento.
Le motivazioni non sono solo nel tasso applicato, o nella categoria dei richiedenti (siano essi pensionati o dipendenti in attività del settore pubblico), ma soprattutto per i criteri di assegnazione di fondi che vengono stanziati annualmente.
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I Prestiti Inps (come vedremo tra poco ci sono varie alternative che abbracciano differenti ambiti) possono essere erogati direttamente dall’Inps (l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) come nel caso del Prestito Pluriennale Diretto e del Piccolo Prestito, o da Istituti di credito convenzionati con l’ente stesso. In questo secondo ambito parliamo dei Prestiti Pluriennali Garantiti, che hanno tassi di interesse agevolati rispetto a quelli applicati nel mercato bancario.
Ma attenzione, nonostante vengano erogati da istituti di credito bisogna fare sempre attenzione al discorso dei requisiti in quanto, alla pari di quelli diretti, possono essere richiesti solo dai dipendenti statali che hanno aderito e hanno fatto versamenti al Fondo per la Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali.
Ricordiamo che si tratta di una scelta facoltativa che tra l’altro va rinnovata (se lo si desidera) nel momento in cui si passa da dipendente a pensionato. Quindi, nello specifico per fare degli esempi possono essere richiesti dai vari dipendenti statali, come carabinieri, insegnanti, militari in generale e dipendenti della pubblica amministrazione, ma solo se viene rispettato proprio il criterio di adesione e contribuzione al fondo suddetto.
Abbiamo fatto un accenno al Super-Inps che ha fatto confluire vari enti (come Inpdap e Ipost) nell’Inps stesso. Un passaggio avvenuto nel 2012 che tuttavia non ha portato a dei cambiamenti sull’erogazione dei finanziamenti (vedi Finanziamenti online) rispetto al passato.
Fanno eccezione le tabelle per la copertura assicurativa e i tassi di riferimento che vengono ciclicamente aggiornati in base ai vari regolamenti sia per quanto riguarda i mutui che i prestiti.
Come appena detto, a livello operativo, per la presentazione delle domande ci sono poche novità, si è puntato sempre di più verso la richiesta online, modalità destinata ad essere la sola possibile per la maggior parte dei finanziamenti, a partire dal Piccolo Prestito Inpdap, o come avviene per esempio per i Prestiti NoiPA.
Tra le novità più significative troviamo la possibilità di poter utilizzare nell’apposita sezione del sito online dell’Inps, la funzione di simulazione. Qui risulta molto interessante la possibilità di poter fare la ricerca:
Come già accennato poc’anzi, per accedere ai Prestiti Inpdap bisogna possedere dei requisiti oggettivi ben precisi, primo fra tutti l’adesione alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali (anzianità di almeno 4 anni) dove bisogna aver effettuato un certo numero di versamenti per accedere alle varie forme di prestito che sono:
A questi si aggiungono anche il mutuo prima casa, il finanziamento per ristrutturazione, e il prestito per la nascita del figlio. Per molti finanziamenti (ad eccezione comunque per il Piccolo Prestito) deve essere presentata anche la documentazione che dimostra che si è in possesso dei requisiti oggettivi.
Per la maggior parte dei casi sono accettate le autocertificazioni, ma in caso di controlli più approfonditi bisogna essere in grado di dare prova del possesso dei requisiti indispensabili a supportare la richiesta dei prestiti Inpdap.
Anche chi ha un contratto a tempo determinato può fare richiesta di un Prestito ex Inpdap ma a condizione di avere gli altri requisiti di base, e in più un contratto di durata almeno triennale (comunque la durata del rimborso dovrà coincidere al massimo con la scadenza del contratto).
Attenzione: chi passa dalla condizione di dipendente (iscritto al Fondo) a quella di pensionato deve decidere se iscriversi anche in pensione al Fondo oppure no. Tra le ragioni c’è il fatto che l’iscrizione al Fondo Unitario prevede il prelievo mensile di una somma dallo stipendio, che con la pensione viene dimezzata.
Il Piccolo Prestito viene concesso in misura pari al doppio dello stipendio (o nel caso dei pensionati (vedi Prestito pensionati) al doppio della pensione meno la quota cedibile commisurata alla pensione minima), per i prestiti da rimborsare in 24 rate, triplo dello stipendio per quelli rimborsabili in 36 rate e quadruplo per quelli rimborsabili in 48 rate come piano di ammortamento.
La somma erogata è al netto delle spese di amministrazione (0,50%) e del contributo al Fondo Rischi (consultabile sulla tabella Inpdap allegata al Regolamento) che sale all’aumentare dell’età del richiedente. E’ possibile rinnovare il prestito con una durata, e conseguente importo richiedibile, pari alla metà di quello precedente.
Possono essere richiesti sempre all’Inpdap direttamente, fino alla capienza del fondo stanziato, o alle banche che hanno convenzioni con l’Inps. Sono rimborsabili in 5 o 10 anni, possono essere finalizzati e vengono erogati entro massimali fissati a seconda degli impieghi (se diretti).
Attenzione: alcune finalità sono finanziabili solo entro un massimo di 60 rate, mentre per altre si può arrivare fino a 120 mensilità. Queste limitazioni vanno conosciute in maniera preventiva, poiché una richiesta con durata sbagliata rispetto alla finalità dichiarata (stesso discorso per importo eccedente a quello che è concedibile), è causa di rifiuto del finanziamento stesso.
I Prestiti Pluriennali Garantiti, invece, possono avere carattere anche più generico, con maggiore libertà di impiego, in forme assimilabili alla cessione del quinto dello stipendio o della pensione (per i pensionati si può arrivare fino a 90 anni come età massima finanziabile, ovvero l’età anagrafica che si deve avere alla scadenza del finanziamento).
Questa tipologia di prestito Inpdap viene erogato in modo diretto, ovvero senza rivolgersi alla banche convenzionate. Possono essere richiesti solo per alcune finalità specifiche, che variano a seconda della durata massima di rimborso:
Prestito Inpdap quinquennale
Prestito Inpdap decennale
Per questi si deve presentare la domanda di erogazione ad una delle banche convenzionate con l’Inps ex Inpdap, dopo essersi muniti della 4 copie dell’apposita modulistica che deve essere rilasciata dalla propria amministrazione. Le condizioni variano a seconda delle scelte fatte dalle differenti banche aderenti.
Per quanto riguarda l’importo massimo che può essere ottenuto, a differenza del Prestito Inpdap diretto che per ogni tipologia prevede delle somme massime concedibili, qui non troviamo delle particolari limitazioni.
La cifra dipenderà infatti dalla quota cedibile che tanto nel caso dei dipendenti pubblici (non sono contemplati quelli privati) che per quello dei pensionati, è fissata in misura pari a un quinto degli emolumenti netti. Nel caso dei pensionati il calcolo della quota cedibile deve essere dimostrato tramite l’apposita certificazione che viene rilasciata dalle sedi Inps.
Sia nel caso di dipendenti che dei pensionati accanto ai classici interessi verrà applicata un ulteriore spesa accessoria denominata premio compensativo che tutelerà l’Inps nel caso di insolvenza del richiedente. Questo sarà dell’1,5% nel caso dei prestiti a 5 anni e del 3% per quelli a 120 mesi.
Come già accennato in precedenza, proprio nell’ambito della richiesta online sono state aggiunte delle novità rispetto al passato, dove il primo passo era quello di andare sull’intranet del proprio ambito lavorativo (N.B. quello dei carabinieri era diverso da quelli di polizia o insegnanti statali, e così via).
Adesso il primo step da fare è quello di munirsi del codice personale generato sul sito dell’Inps, che va dato all’amministrazione perché si attivi la procedura (una sorta di firma digitale). Dopo questo passaggio l’utente potrà andare sull’area personale, sempre nel sito dell’Inps e attivare il resto della procedura di richiesta. Nel particolare:
N.B. I pensionati, oltre a poter seguire questo percorso possono anche rivolgersi ai patronati o al contact center dell’Inps.
Secondo la comunicazione INPS del 31 marzo 2022 i nuovi tassi soglia riferiti alla cessione del quinto per pensionati sono (ricordiamo che questi vengono aggiornati su base trimestrale):
Età | Importo fino a 15 mila euro | Importo oltre i 15 mila euro |
---|---|---|
Fino a 59 anni | 8,23% | 6,07% |
60-64 | 9,03% | 6,87% |
65-69 | 9,83% | 7,67% |
70-74 | 10,53% | 8,37% |
75-79 | 11,75% | 12,775% |
Data rilevazione: 23 maggio 2022 – Fonte: sito uffiale INPS.