Quello che è stato denominato Reddito di Cittadinanza è in realtà un sussidio che ha l’obiettivo di integrare la situazione reddituale della parte di popolazione che è al di sotto della soglia di povertà assoluta. Questa viene fissata annualmente in funzione di appositi calcoli e dati dall’Istat e varia da regione a regione oltre che in base alla composizione del nucleo familiare. Per ‘comodità’ con questo intervento viene definito ‘povero’ un individuo od una famiglia con un reddito inferiore a 780 euro mensili in base a quanto indicato dalla Ue.
Si tratta quindi in estrema sintesi di una forma di integrazione del reddito che da una parte punta a migliorare la situazione economica di persone che vivono una situazione di disagio anche sociale e dall’altra offre un percorso di reinserimento (o primo inserimento) nel mondo del lavoro, in primis tramite corsi di formazione, stage e altre forme simili. Queste soluzioni puntano infatti a fornire una preparazione professionale al cittadino che dovrebbe rendere il lavoratore più appetibile sul mercato.
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Il reddito di cittadinanza va richiesto, con domanda apposita reperibile anche online, a partire dal sesto giorno di ogni mese (e fino alla fine dello stesso). Trascorso il tempo necessario da parte dell’Inps per valutare la presenza di tutti i requisiti richiesti (approfondimento: Prestiti agevolati INPS), se ritenuti idonei si verificano due situazioni e cioè:
A questo punto il titolare del reddito di cittadinanza, se contattato per delle offerte di lavoro avrà la possibilità di accettarle o di rifiutarle. Tuttavia i rifiuti non potranno essere più di due, e a mano a mano che le offerte verranno rifiutate aumenterà la distanza minima tra la residenza del lavoratore e il luogo di lavoro di un nuovo potenziale offerente.
Oltre che in base ai rifiuti da parte del titolare del sussidio, i limiti legati alla distanza variano a seconda del momento in cui le proposte di lavoro vengono ricevute, rispetto all’inizio del reddito di cittadinanza (entro 12 mesi, 18 mesi oppure oltre). Più precisamente per le proposte arrivate entro un anno la situazione sarà la seguente:
Se la prima proposta arriverà oltre 12 mesi dall’adesione al servizio ma prima dei 18 mesi (il che significa che per i primi 12 mesi non ci sono state offerte di lavoro tramite il sistema del reddito di cittadinanza) le distanze sono fin da subito più ampie, ovvero con un ‘raggio’ massimo di 250 chilometri anche senza un primo rifiuto. Se la prima proposta arriva a 18 mesi (e oltre) potrà invece giungere da tutta Italia (rimane la possibilità di poter fare un massimo di due rifiuti).
Fanno eccezione le famiglie con disabili per i quali non è mai prevista comunque una distanza del possibile posto di lavoro oltre i 250 chilometri. La durata del reddito è di 18 mesi, poi se ci sono i requisiti si può, dopo un mese di sospensione, chiederne il rinnovo.
Come già accennato in precedenza il reddito di cittadinanza viene caricato mensilmente sulla carta nominativa e prevede i seguenti limiti:
L’importo va speso entro il mese. Se ciò non dovesse accadere il mese successivo verrà accreditata una somma del 20% più bassa rispetto al mese precedente.
Ribadiamo innanzitutto come le agevolazioni siano di carattere economico e inclusivo nel mondo del lavoro. Quelle economiche riguardano sia la somma che mensilmente andrà a integrare il reddito della famiglia che l’applicazione di tariffe agevolate per le tariffe di luce e gas per i beneficiari del reddito di cittadinanza stesso. Come si può già comprendere da quanto detto fino ad ora, invece, l’aspetto del percorso lavorativo e inclusione sociale non è una mera possibilità ma si tratta di un obbligo da parte del lavoratore.
Non c’è un importo unico per tutte le situazioni, ma il calcolo viene fatto in funzione dell’Isee, della composizione del nucleo familiare, dell’abitazione (se in affitto o con pagamento di una rata di mutuo, ecc). In realtà infatti la composizione del reddito di cittadinanza consta di una parte di integrazione del reddito ed una indirizzata a sostenere spese per la sistemazione abitativa. Gli importi sono calcolati tramite l’applicazione di moltiplicatori per una scala di equivalenza, a partire da somme standard che sono:
La somma dei due contributi (reddito e sistemazione abitativa) non può superare i 780 euro mensili moltiplicati però per la scala di equivalenza. Questo spiega perché questa somma è fedele per chi ad esempio è single e vive in affitto (500 euro più 280 euro), mentre nel caso di una famiglia di 4 persone (due adulti e due figli minorenni) si arriva a (900 + 280 euro) 1180 euro.
Approfondimento: Prestito della speranza.
Per richiedere il reddito di cittadinanza bisogna avere dei requisiti ben specifici che sono:
N.B. Solo se il nucleo è in affitto si sale alla soglia di 9.360 euro.
Si perde il diritto al reddito se non si rispetta il limite di due offerte rifiutate, non si segue il percorso formativo, e si danno comunicazioni o documenti falsi (in quest’ultimo caso si rischia da 2 a sei anni di reclusione), oppure se non si dà comunicazione tempestiva della variazione della situazione reddituale o patrimoniale (in caso di omissione di tale obbligo si rischia da 1 a 3 anni di reclusione). Se il diritto viene perso per questioni non imputabili a colpa grave o dolo, dopo la sospensione può essere riattivato per il tempo residuo non goduto.
Come già accennato la richiesta del Reddito di cittadinanza può essere fatta di persona direttamente online sul sito ufficiale. In alternativa può essere presentata tramite un (CAF) o presso gli uffici postali. I tempi legati alla domanda sono: