I protestati ed i cattivi pagatori sono trattati molto spesso allo stesso modo quando si tratta di richiedere un prestito, anche se secondo la normativa la loro situazione non è proprio identica. Infatti i protestati sono inibiti dall’uso dei metodi di pagamento come assegni e carte di credito, mentre per i cattivi pagatori questo limite è imposto dai regolamenti interni alle banche e per questo il loro trattamento può variare a seconda delle situazioni e degli istituti di credito stessi.
I prestiti cambializzati vengono ormai associati ai prestiti disponibili per protestati e cattivi pagatori, ma sono una forma di finanziamento accessibile a chiunque necessiti di un prestito che non richieda particolari procedere di valutazione, e ciò li ha resi una forma ampiamente usata come forma di “prestito tra privati”.
Tuttavia anche nel caso dei protestati non costituiscono la sola soluzione valida (anche se per molti versi quella che può causare meno ‘intoppi’), visto che risultano, generalmente, la via più “costosa” sul piano puramente economico.
Per i dipendenti e i pensionati la soluzione più semplice è rappresentata dalla cessione del quinto dello stipendio o della pensione, alla quale si può aggiungere anche il prestito con delega che, tuttavia, è subordinato a sua volta alla cessione stessa.
Diventa più difficile la via dei prestiti tra privati, assistiti da altre forme di garanzia, generalmente rappresentate da immobili e beni di valore, ma ugualmente percorribile. Invece un’altra soluzione accessibile senza nessuna difficoltà è rappresentata dal prestito su pegno, per il quale basta dare come garanzia un bene prezioso, anche se la durata di questi prestiti è al massimo pari a 12 mesi e raramente sono rinnovabili.
La garanzia più solida in assoluto è rappresentata dall’ipoteca su un immobile di proprietà, ma nella pratica rappresenta una strada tutta in salita, soprattutto per le lungaggini che spesso accompagnano le fasi di pignoramento fino alla vendita all’asta.
Tra l’altro rappresenta una soluzione poco conveniente dal punto di vista economico, perché è accompagnata da elevati costi, e da prestiti di valore al massimo pari, in media, al 30% del valore periziato dell’immobile stesso.