Per microcredito non si intende una somma modesta che può essere richiesta ad un Istituto di credito, ma una tipologia di finanziamento che privilegia quelle categorie che sono considerate più deboli o con maggiori difficoltà di accesso a qualsiasi forma di prestito (vedi anche Prestiti per aziende in difficoltà). Infatti il microcredito può essere rivolto a:
Partiamo prima dal vedere che cosa non è. Non si tratta di un prestito a fondo perduto, in quanto è prevista la restituzione della somma che è stata concessa, di norma a condizioni agevolate (che possono riguardare anche i tassi di interesse, come nel caso di quello M5s), e comunque con la principale facilitazione che si ha proprio per la concessione (dando così una possibilità concreta a coloro che non otterrebbero le somme di cui hanno bisogno dal sistema bancario).
In Italia, così come in Europa, negli anni della crisi, è diventata anche una delle principali forme di erogazione dei fondi comunitari. Per questa ragione di norma bisogna fare domanda di partecipazione ad un bando di assegnazione, il che impone il possesso di specifici requisiti. Hanno invece carattere più ‘sistematico’ il Microcredito del Movimento 5 stelle, e quello proposto da banche che hanno nello statuto finalità di tipo “sociale” (come ad esempio la Banca Etica).
Ciò che accomuna tutte queste varie tipologie è la presenza di un Fondo di Garanzia, che garantisce le banche convenzionate interpellate nell’erogazione delle somme richieste (o gli altri enti eroganti), entro una cifra massima prestabilita. E’ quindi il finanziato che deve restituire il prestito, mentre il fondo subentrerebbe solo in caso di insolvenza.
Il microcredito ha un tetto massimo fissato a 25 mila euro (i bandi possono indicare anche cifre più basse) mentre per quello di carattere sociale si arriva generalmente a 10 mila euro (vedi anche Prestiti per giovani). Per alcune situazioni particolari si possono ottenere delle somme aggiuntive (nel caso di M5s si può arrivare fino a 35 mila euro).