Le novità che sono state introdotte dalla legge di stabilità, con effetto a partire dall’inizio del 2014, hanno portato ad una maggiore convenienza nella stipula di contratti di leasing immobiliare, grazie alle modalità con cui effettuare la deducibilità, e l’estensione di tali vantaggi ai lavoratori autonomi e professionisti.
Invece, per i tassi, il mercato rimane estremamente variegato, laddove nella maggior parte dei casi, le condizioni migliori si ottengono da parte delle società specializzate in questo tipo di operazioni, piuttosto che dalle banche più orientate verso servizi meno specialistici. Rientrano nelle stesse condizioni i leasing immobiliari nella forma del sale e lease back, o comunque per tutti quei contratti che vedono il pagamento di un canone mensile per un certo arco temporale e congiuntamente la determinazione del prezzo di riscatto al termine dello stesso.
La principale novità è legata all’eliminazione del vincolo sulla durata “minima contrattuale”. In modo specifico, nel caso della deducibilità dei canoni del leasing immobiliare, questa può essere effettuata per almeno 12 anni e la deduzione per tale periodo può essere effettuata per intero. Nel caso in cui i contratti di locazione avessero una durata inferiore ai 12 anni, la quota del canone o dei canoni eccedenti, viene tassata durante il contratto, per poi essere dedotta al di fuori della contabilità alla scadenza del contratto stesso. Quindi queste possibilità si estendono anche ai lavoratori autonomi e professionisti.
Il mercato, come detto, continua ad essere molto variopinto. Il livello medio dei tassi applicati al leasing immobiliare oscilla da poco più del 6% fino ad un 9%. Si tratta di tassi che sono spesso di poco inferiori a quelli applicati sui mutui destinati ad un utilizzo similare a quello che prevede l’impiego del leasing immobiliare come alternativa.