Tra soci e, soprattutto, tra familiari (ad esempio per aiutare un figlio), è prassi utilizzare il prestito infruttifero, ovvero un finanziamento per il quale si prevede la restituzione del solo capitale, senza l’applicazione di alcun interesse ( Guida al Prestito tra familiari) . Si tratta quindi di un tipo di Prestito tra privati , che spesso, in passato, veniva fatto sulla parola, mentre oggi, per l’intensificazione dei controlli da parte del fisco, richiede la forma molto più prudenziale del contratto scritto. In quest’ottica è possibile usare anche una scrittura privata, ponendo attenzione al fatto che abbia data certa o che venga registrato presso l’Agenzia delle Entrate.
Si tratta comunque di un prestito, per cui si prevede la restituzione della somma erogata (da distinguere perciò rispetto ad una possibile regalia o donazione), nei tempi e nelle modalità pattuite liberamente dalle parti, ma senza che venga applicato alcun tasso di interesse (con esclusione anche di quello legale).
Quindi, non ottenendo alcuna remunerazione, la somma non viene sottoposta all’obbligo di dichiarazione dei redditi, per cui non è prevista una tassazione. Ciò non toglie che è meglio avere tutta la documentazione in regola (quindi pagamenti tracciabili tramite bonifico con indicazione specifica e chiara nella causale, e scrittura privata sempre con data certa) per poter dare spiegazioni al fisco nel caso in cui, a seguito dei controlli incrociati tra redditometro e spesometro venissero chiesti dei chiarimenti.
Non c’è la necessità di utilizzare un fac simile, ma è sufficiente che il contratto riporti delle indicazioni obbligatorie che sono:
Il contratto o la scrittura privata va redatta e firmata con firma autografa in tre originali, visto che una andrebbe registrata, ed una copia va tenuta da ciascuna delle due parti.