Tra i cosiddetti “bonus” per casa e ristrutturazione il più noto è il Bonus Ristrutturazione disciplinato dall’articolo 16-bis del Dpr 917/86. Le agevolazioni fiscali previste dall’articolo in questione consistono in una detrazione dall’IRPEF del 36% delle spese sostenute, con un tetto massimo di 48.000 euro per ciascuna unità immobiliare. Tale detrazione viene ripartita in 10 quote annuali di pari importo.
Negli ultimi 12 anni, però, per incentivare al massimo i lavori di recupero del patrimonio immobiliare italiano, il beneficio era stato innalzato al 50% e il tetto massimo per unità immobiliare era a sua volta raddoppiato (96.000€).
Con la Legge di Bilancio 2025 assistiamo ad un sostanziale cambio di rotta. Sul sito dell’Agenzia dell’Entrate è, infatti, riportata la seguente dicitura: “[…]per le spese sostenute dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2033 […] l’aliquota di detrazione è ridotta al 30%” e si torna al tetto massimo di 48.000€”.
Tuttavia, per rendere meno drastico il passaggio alla nuova normativa, per le sole spese sostenute nel 2025, è previsto che la detrazione spetti nella misura del 36% (50% in caso di abitazione principale) con un tetto massimo di 96.000 euro per unità immobiliare.
Dunque, il 2025 sembra essere l’ultimo anno in cui sarà possibile recuperare il 50% delle spese sostenute per lavori di ristrutturazione dell’abitazione principale (vedi anche: Prestito per Ristrutturazioni).
In aggiunta al Bonus Ristrutturazione, negli anni sono state introdotte altre tipologie di bonus, sempre con lo scopo di incentivare la ristrutturazione degli immobili (sia con interventi esterni che interni) come ad esempio il Superbonus 110 per cento (che ha ricevuto una battuta di arresto nel 2022, una proroga al 2023 e che nel 2024 è andato definitivamente in pensione) o il Sisma Bonus, che hanno in comune il sostegno per interventi più ‘strutturali’.
È stato anche mantenuto nel tempo l’obbligo di comunicazione all’Enea dei lavori di ristrutturazione effettuati, che ricordiamo essere condizione necessaria per poter accedere alle detrazioni.
Indice
Come aliquote applicate fino al 31 dicembre 2025 troviamo:
Nella maggior parte dei casi vengono riconfermate in blocco le disposizioni e le modalità di detrazione degli anni passati (vedi anche Ikea finanziamenti). Quindi si impone l’uso del bonifico per ristrutturazione o, in alcuni casi (indicati già dall’Agenzia delle entrate) della carta di credito (o comunque pagamento tracciabile elettronico).
Le spese che beneficiano della detrazione vengono rimborsate in 10 rate, quindi in 10 anni, così come previsto nell’anno passato (fa eccezione il Sismabonus, che prevede il rientro in soli 5 anni). Ovviamente bisogna seguire le indicazioni per la comunicazione all’Enea dei lavori di ristrutturazione.
Il consiglio è di rimanere sempre informati visto le frequenti novità in materia, riferendosi in primis ai professionisti del settore come le aziende che si occuperanno dei lavori di ristrutturazione. Laddove possibile saranno infatti loro ad occuparsi della maggior parte della componente burocratica come nel caso dell’Ecobonus.
La normativa nazionale non prevede in modo specifico questo tipo di incentivi, che tuttavia possono essere disposti in maniera autonoma dalle amministrazioni locali (soprattutto le Regioni e, in alcuni casi, il comune in cui gli immobili sono ubicati).
Gli incentivi per la ristrutturazione di una casa in un centro storico possono per questo essere alquanto differenti: in alcuni casi, ad esempio, si ha un rimborso pro quota di una parte degli interessi passivi pagati nella richiesta di forme di finanziamento, in altri l’esenzione dall’obbligo di dover sostenere alcuni costi legati a imposte e tasse locali.
Anche le modalità di erogazione variano da zona a zona e vanno da quelle che prevedono lo stanziamento di un fondo (con conseguente bando di partecipazione, compilazione della classifica e successivo rimborso, nelle somme previste nel regolamento stesso), a quelle che invece prevedono semplicemente la presentazione della domanda nei tempi e nelle modalità previste (normalmente da “sportello”).
Queste ultime presentano normalmente una breve fase di istruttoria per controllare il solo possesso dei requisiti minimi richiesti (normalmente le agevolazioni riguardano solo la prima casa).
L’unico discorso con carattere nazionale era quello del già citato Bonus Facciate, dove erano coinvolti proprio gli edifici che si trovano nella fascia A (centro storico) e fascia B.
(Fonte: sito ufficiale delle Agenzie delle Entrate; Data rilevazione: 13 gennaio 2025)