Incentivi per fotovoltaico ed energie alternative: le novità per il 2024

A partire dal 2005 in Italia non sono mai mancati gli incentivi statali volti a sostenere e a promuovere la diffusione degli impianti fotovoltaici nel nostro Paese. Ciò che è cambiato nel tempo sono state le forme che tali incentivi hanno di volta in volta preso, con piccole o grandi modifiche dovute anche al progressivo abbattimento dei costi degli impianti e all’aumento della loro efficienza.

Dal Conto Energia ai vari Bonus proposti nel tempo, quello che non è quasi mai cambiato è la necessità da parte del privato di farsi carico dei costi di acquisto ed installazione per poi ottenere dei rimborsi negli anni successivi strutturati di volta in volta in modo diverso. Modifiche che hanno visto recentemente la principale novità con la possibile cessione del ‘credito’ in modo da ridurre od addirittura annullare l’esborso iniziale. Vediamo tutto nel particolare.

Indice

Storia degli ‘incentivi’

Nell’estate del 2013, il quinto Conto Energia si è esaurito, per cui la forma di incentivi per il fotovoltaico tramite il riconoscimento di una contribuzione in forma fissa a scalare di anno in anno è stata definitivamente eliminata. Ciò significa solo che è venuta meno una forma di incentivazione di tipo diretto, che però non va ad intaccare né quelle di tipo indiretto, né le valutazioni sul risparmio.

immagine di un tetto di villetta con pannelli fotovoltaici

Quindi, dal 2014 il governo italiano ha puntato su forme di incentivazione di tipo indiretto, ovvero sulle detrazioni fiscali così come ad esempio già avveniva per le opere di ristrutturazione (vedi anche Finanziamenti per fotovoltaico). C’è stata la possibilità di recuperare il 50% della spesa sostenuta nell’anno, anche per i pannelli solari e il solare termico, oppure per l’eolico o per le biomasse (in generale per l’installazione di impianti che sfruttano le energie pulite) ed entro la cifra massima ammessa alla detrazione con quota di rimborso di anno in anno fino al compimento del decimo anno.

Questo discorso valeva per il settore dei privati e del residenziale in genere. Di contro la scomparsa del vecchio sistema di riconoscimento dei contributi previsti dai Conti Energia non permetteva alle aziende di usufruire di forme di incentivi statali, per questo ambito, nemmeno di tipo indiretto.

Questo sistema è stato mantenuto anche negli anni successivi, e addirittura incentivato, con la possibilità in particolari condizioni di poter anche accedere alla detrazione del 65%.

La vera novità è stata introdotta però nel 2020 (con proroghe fino al 2022) quando l’installazione di un impianto fotovoltaico è stata inserita come attività ‘accessoria’ per il superbonus 110%. Questo ha reso ancor più allettante procedere con questo tipo di operazione vista anche la già citata possibilità d’impiego di forme di cessione del credito.

Per il 2023 sono stati introdotti invece dei correttivi. Il 110% è stato mantenuto solo per i condomìni che hanno già approvato entro il 2022 i lavori di ristrutturazione, mentre per tutti gli altri il bonus scende al 90%. Nel particolare si può far rientrare il costo di un impianto fotovoltaico (per una somma massima di 96 mila euro) nella detrazione solo se l’installazione avviene contestualmente all’esecuzione di uno dei lavori trainanti (di ristrutturazione e/o miglioramento dell’efficienza energetica), oppure se è abbinata ai lavori previsti dal Sisma Bonus.

Quali possibilità nel 2024?

Il SuperBonus previsto per il 2024 vede ulteriormente ridursi la percentuale di recupero: dal 90% dello scorso anno si passa al 70%, senza possibilità di sconto in fattura o cessione del credito. Si può accedere al SuperBonus se si effettua almeno un lavoro trainante: in tal caso si potrà usufruire del bonus anche sui cosiddetti lavori trainati (tra cui anche l’acquisto e l’installazione di un impianto fotovoltaico). Da quest’anno sono escluse dall’agevolazione le villette e gli appartamenti individuali. La detrazione del 70% dall’imposta lorda avverrà col 730 nei 4 anni successivi.

logo agenzia delle entrate

Non si tratta, però, del solo incentivo 2024 per il fotovoltaico perché a questo si aggiungono:

  • il Bonus Ristrutturazione: se non si effettua alcun lavoro trainante, chi acquista e installa un impianto fotovoltaico può usufruire del Bonus Ristrutturazione che prevede una detrazione fiscale del 50%, per importi fino a 96 mila euro e recupero in 10 rate;
  • l’Agevolazione Iva che vede applicata sull’acquisto dei pannelli un’aliquota del 10% anziché del 22%.

Da quest’anno è attivo anche il Fondo Reddito Energetico, grande novità prevista dal Decreto Energia 2024. il fondo è destinato alle famiglie meno abbienti residenti in Italia, con un’attenzione particolare per quelle delle regioni meridionali e insulari.

Per essere idonei, i nuclei familiari devono possedere un immobile e avere un indicatore ISEE non superiore a 15.000 euro, soglia che sale a 30.000 euro per le famiglie con almeno quattro figli a carico. Il contributo a fondo perduto consiste in una parte fissa di 2.000 euro, a cui si aggiungono 1.500 euro per ogni kWp di potenza installata, fino a un massimo di 6 kW.

L’accesso a questo incentivo avviene tramite una procedura online sul portale del GSE, con le domande che vengono valutate secondo l’ordine di arrivo. Importante è che gli impianti fotovoltaici siano installati nelle residenze anagrafiche dei richiedenti e che sia stipulato un contratto di Scambio sul Posto, oltre all’obbligatorietà di sottoscrivere una polizza assicurativa multirischio e un contratto di manutenzione per almeno dieci anni.

Incentivi regionali 2024

Da monitorare sempre la presenza anche di incentivi regionali spesso riproposti negli anni precedenti soprattutto in alcune regioni del nord est della nostra penisola (in primis Veneto e Friuli Venezia Giulia).

Ad esempio, anche per il 2024 in FVG è possibile ottenere il 40% a fondo perduto delle spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di un impianto fotovoltaico e tale incentivo è cumulabile con le detrazioni fiscali nazionali, come si evidenzia dalla pagina dedicata del sito ufficiale della Regione.

Tra le alternative in vigore troviamo invece la Basilicata che nel 2022 ha approvato un bando triennale per 88 milioni di contributi. Questi sono destinati ai cittadini ‘non metanizzati’ che potranno consumare gratuitamente l’energia elettrica prodotta attraverso gli impianti legati al contributo stesso.

Per quanto, invece, riguarda il Veneto a febbraio 2024 gli incentivi risultano fermi, compresi i fondi destinati alle aziende operanti nel settore fotovoltaico. Stesso discorso per la Regione Puglia ha nel 2022 aveva introdotto un bonus regionale per l’installazione, riservato ai residenti, fino a 8500 euro, che però non è stato prorogato.

Quali vantaggi?

Nella fase di valutazione della convenienza, sicuramente l’esborso iniziale da sostenere per l’acquisto e l’installazione dell’impianto fotovoltaico ha il suo peso, ma è importante guardarlo nell’ottica del futuro risparmio che si avrà sul consumo di energia quando l’impianto sarà finalmente attivo.

Inoltre, non va sottovalutato né il recupero della quota annuale della detrazione fiscale Irpef (vedi anche Incentivi ristrutturazione casa), né la valorizzazione dell’immobile oggetto dei lavori di ristrutturazione ed installazione dell’impianto (vedi anche Prestiti per ristrutturazione casa), sia in virtù del miglioramento dell’efficienza energetica in sé che per la certificazione energetica (che a seconda della classe conduce ad un aumento o decremento del valore base di mercato).

Con un impianto già a regime c’è anche il ritorno economico delle eccedenze di produzione dell’impianto fotovoltaico immesse in rete, che vengono liquidate una volta l’anno dal GSE.

Conclusioni

A chi conviene installare un impianto fotovoltaico, visto il funzionamento delle nuove forme di incentivi? A coloro che vogliono valorizzare il proprio immobile, risparmiare, ma che prevedono una permanenza nell’immobile di non breve periodo, ma almeno estesa a un quinquennio.

Il discorso ovviamente cambia nel momento in cui dovesse essere possibile sfruttare la cessione del credito. Uno dei punti di forza di questo meccanismo è dato dalla possibilità di farsi seguire in tutti gli step dalla stessa ditta chiamata per l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione che si occuperà anche di tutti i formalismi burocratici.