I condomini che devono affrontare delle spese di manutenzione straordinaria (o che comunque non rientrano nell’ordinaria manutenzione), possono procedere alla richiesta di un finanziamento da hoc. Normalmente si tratta di un mutuo chirografario (ovvero non assistito da ipoteca) e più eccezionalmente, se le caratteristiche del condominio lo consentono, anche da mutuo ipotecario.
In genere la banca procede a richiedere come garanzie fidejussioni da parte dei condomini coinvolti nel finanziamento (ovvero fatta eccezione di coloro che pagano la quota loro spettante di tasca propria) ed a volte anche di pegno. Il soggetto che provvede alla richiesta del prestito è l’ amministratore, il quale, però, deve essere in possesso della delibera di autorizzazione dell’assemblea straordinaria (e relativo verbale con specificazione dei soggetti non coinvolti nel finanziamento) e del preventivo rilasciato dall’azienda appaltatrice che eseguirà i lavori.
Il vantaggio principale sta nel fatto che un prestito fatto al “condominio” normalmente è assistito da tassi più bassi rispetto a quelli applicati se ciascun condomino accendesse un prestito per conto proprio. Poi ciascun condomino dovrà provvedere al pagamento della rispettiva rata, e tramite le fidejussioni ciascuno risponderà per la propria quota, così da non coinvolgere i condomini che pagano regolarmente nel caso di ritardato pagamento di altri condomini.
Il pagamento avviene periodicamente in modo automatico, tramite rid appoggiata sul conto del condominio. La durata va in media dai 24 mesi fino ai 5 anni. Lo svantaggio è legato più che altro alle difficoltà che si possono incontrare nell’arrivare a una soluzione condivisa, ed alla necessità di raggiungere il numero di voti necessari, per poter usufruire dei vari finanziamenti a condomini. Inoltre non sono moltissime le banche che prevedono questa tipologia di prestito.