I contributi che periodicamente vengono versati dai Paesi membri della Ue, in buona parte vengono ridistribuiti per finanziare varie aree di interesse, attraverso delle percentuali che non tengono conto del volume di somme versate, ma delle necessità emergenti in ciascuna realtà territoriale. I finanziamenti Ue vengono erogati soprattutto sotto forma di finanziamenti indiretti, il che avviene attraverso il loro passaggio prima all’interno di uno degli appositi fondi creati a seconda dell’area di interesse (ad esempio occupazione e sviluppo, agricoltura, turismo, ecc) che è gestito sempre dall’Europa, e poi assegnato alle varie organizzazioni preposte a livello di ciascun Paese Ue.
Nel caso dell’ Italia la parte più corposa dei finanziamenti viene assegnata alle Regioni (con percentuali differenti, tra Lazio, Campania, Sicilia, ecc), in base alle specifiche necessità rilevate, e poi sta all’amministrazione regionale stabilire i regolamenti che servono per poter assegnare i fondi stessi, tramite bando. Una parte di finanziamenti europei viene invece assegnata in modo diretto a determinate categorie o settori (come agricoltura e giovani).
L’assegnazione in questi casi avviene semplicemente attraverso la presentazione delle domande che devono soddisfare i requisiti minimi richiesti, ma senza che si abbia la creazione di vere e proprie classifiche di priorità.
Per i finanziamenti diretti bisogna riferirsi al dipartimento per le politiche europee e vedere se ci sono in corso finanziamenti di tipo diretto, che hanno comunque carattere meno sistematico rispetto ai finanziamenti indiretti. Questi ultimi invece sono conoscibili attraverso le scelte della propria Regione relative ai programmi annuali. Infatti la Ue stanzia la totalità dei finanziamenti europei previsti per ogni periodo programmatico (che corrisponde ad un settennato), ma poi sta alla Regione stabilire che percentuale assegnare per ciascun anno, se farlo attraverso bandi ad esaurimento del fondo, oppure attraverso la creazione di fondi rotativi, od ancora se spingere il microcredito, piuttosto che finanziamenti agevolati per sostenere l’ampliamento di imprese già esistenti, ecc.
L’unica vera certezza è che ad alcune categorie le varie regioni devono garantire dei ‘trattamenti speciali’, come ad esempio a giovani e donne, con delle percentuali di copertura maggiori rispetto agli altri soggetti interessati.
I finanziamenti europei devono produrre delle agevolazioni ai richiedenti, che possono riguardare l’accesso al credito facilitato, oppure delle condizioni meno onerose tramite contributi a fondo perduto in conto capitale (una parte del finanziamento non viene restituito), od in conto interessi (in tutto, con un finanziamento a tasso zero, od in parte).