Nel 2014 è partito il periodo di programmazione dell’ Erasmus plus (con uno stanziamento di 14 miliardi e 700 milioni di euro a copertura per l’intero periodo fino al 2020), che non coinvolge solamente la fase dell’apprendimento e dell’istruzione, ma va a interloquire direttamente con giovani e adulti, arrivando a toccare il settore dello sport (sia come atleti che come allenatori) e della cultura, in un progetto di stampo europeo che punta alla mobilità dei vari protagonisti. In questa ottica si tratta di un progetto che va a interfacciarsi non solo con le università e con il rispettivo target di studenti, ma anche a fasce differenti.
La platea a cui è rivolto il programma Erasmus + è perciò molto folta e mette al centro, logicamente, gli scolari e studenti, allargandosi ai tirocinanti e agli apprendisti, per poi arrivare in generale ai giovani, ma anche al corpo docente, e più in generale ai formatori e animatori per i giovani.
Più in generale quindi è accessibile a coloro che rientrano nella categoria dei professionisti specializzati nei settori della formazione, della istruzione e, sempre in senso lato della gioventù (vedi anche Finanziamenti per giovani).
Questi vengono concessi soprattutto sotto forma di “borsa di studio” (da non confondersi con l’Erasmus loan che è un prestito per le lauree magistrali) il cui importo e funzionamento dipende dall’area di applicazione e dai Paesi di destinazione. Ad esempio:
Il primo passo è quello di far parte di una Università (sia essa la Unimi, Unibo, Sapienza, Roma Tre, ecc) che ha aderito al circuito, provvedendo alla registrazione all’ EcaS con codice unico che andrà usato poi in sede di iscrizione. Le informazioni vanno quindi reperite presso gli appositi canali messi a disposizione dalla propria università o scuola (che conosce anche il numero di posti già occupati). La durata del soggiorno estero può andare dai 2 ai 12 mesi al massimo (vedi anche Vacanza a rate).