Il credito al consumo è stato oggetto di tantissime riforme, molte delle quali si sono susseguite nell’ultimo decennio, per cercare di riequilibrare il rapporto esistente tra i consumatori (la parte debole) e le società finanziatrici.
Il credito al consumo, da definizione, è una sottocategoria della sezione dei finanziamenti che comprende tutte quelle tipologie di prestito che vengono concesse ai privati per esigenze al di fuori dello svolgimento della loro attività lavorativa. Quindi ci rientrano tantissime categorie di prodotti e servizi, come prestiti personali, finanziamenti finalizzati, carte revolving, cessione del quinto oltre che l’apertura di credito in conto corrente (il cosiddetto fido).
Un elemento che non può mai mancare è quello della presenza della rateizzazione, ovvero delle varie tipologie di dilazioni dei pagamenti.
Non rientrano nel credito al consumo e quindi nell’applicazione delle apposite leggi sia come TUB che come Codice del Credito al Consumo (articoli dal 40 al 43 del codice)le seguenti situazioni:
La grande diffusione del credito al consumo ed il processo espansivo molto veloce hanno provocato due conseguenze: la prima è stata quella di ‘dopare’ il sistema attraverso un’offerta poco trasparente e poco chiara, che a sua volta ha finito con il creare difficoltà ad un’ampia sezione della clientela che si è ritrovata di fronte a contratti firmati senza la giusta consapevolezza, e spesso anche a difficoltà di rimborso.
L’altra è stata una maggiore attenzione da parte degli organi di tutela dei consumatori e degli apparati normativi, che hanno fatto chiarezza e, soprattutto, hanno introdotto delle limitazioni per le banche e le società finanziarie, per tutelare gli utenti. Tra le principali novità sono stati introdotti:
Tuttavia, proprio a causa dell’elevato numero di contratti che rientrano nella categoria del credito al consumo, sono ancora molte le situazioni sulle quali la legge dovrà intervenire per eliminare situazioni potenzialmente pericolose per i consumatori stessi.
Nonostante gli interventi normativi, ancora oggi ci sono delle società che non vi si sono adeguate. Per evitare che il farraginoso sistema dei controlli vada a proprio scapito, rimane buona norma quella di riferirsi solo a società solide, con una buona “fama” in termini di correttezza. Requisiti che normalmente coinvolgono grandi società come Unicredit, BCC, Intesa e Bnl, o grandi finanziarie come Agos (che fa parte di Credit Agricole) o Compass (che fa parte di Mediobanca), solo per fare alcuni nomi. Certo è che può essere troppo rischioso rivolgersi alle piccole finanziarie, al di là delle promesse o dei vantaggi che dicono di offrire.
Per poter richiedere il credito al consumo,è necessario essere capaci di fornire, direttamente o con l’aiuto di garanti e coobbligati, il possesso delle garanzie di cui ha bisogno la banca. Occorre inoltre:
Fa parziale eccezione a quanto appena descritto la cessione del quinto, innanzitutto perché si tratta di una tipologia di finanziamento destinato a due specifiche categorie di richiedenti: i dipendenti (statali e privati) ed i pensionati. Poi perchè la cessione del quinto dello stipendio o la cessione del quinto della pensione è generalmente aperta anche ai cattivi pagatori (compresi i protestati) in quanto la restituzione dell’importo avviene con trattenuta a monte dallo stipendio o della pensione (rata max pari appunto ad un quinto dell’importo ricevuto).
Altra sostanziale differenza riguarda l’età massima consentita, che nel caso dei pensionati può arrivare a fine del piano di ammortamento anche a 85/90 anni. Tale valore è comunque a discrezione dell’istituto di credito per cui è essenziale procedere a più preventivi attraverso i quali è anche possibile valutare i tassi offerti. Questi sono alquanto variabili anche in base alla categoria di appartenenza tra statali (che generalmente ottengono le condizioni migliori), dipendenti privati e pensionati.
Nella cessione del quinto dello stipendio di un dipendente privato viene valutata l’azienda per la quale si lavora visto che sarà proprio lei che procederà al pagamento delle rate, tramite erogazione dello stipendio al dipendente. A riguardo, come casistica generale, non vengono ben valutate le aziende in difficoltà economica, quelle con meno di 15 dipendenti od ancora le cooperative e strutture simili.