Lavoratori autonomi, dipendenti e pensionati possono tutti richiedere i prestiti di consolidamento debiti cattivi pagatori. Proprio in quest’ottica grandi banche come Unicredit, Bnl, Intesa Sanpaolo, e realtà con un legame più locale, come le varie Bcc, hanno quindi arricchito la propria offerta con questo tipo di finanziamento, che dovrebbe avere un obiettivo fondamentale da perseguire: rendere più “sopportabile” il peso dei rimborsi legati a più prestiti in corso.
Le semplificazioni dei concetti, soprattutto in ambito finanziario, sono utili ma spesso fuorvianti. Per semplicità si definiscono prestiti finalizzati quelli che sono concessi per un determinato bene o servizio, mentre quelli personali mancano di una qualsiasi forma giustificativa. Nel caso dei prestiti di consolidamento per cattivi pagatori, protestati o finanziati con un buon merito creditizio, si dovrebbe parlare invece di finanziamenti di “scopo”. Infatti si tratta di una forma di prestiti che è concessa a titolo personale ma per raggiungere lo scopo di migliorare la sostenibilità della propria esposizione debitoria.
Si tratta di un finanziamento che può essere ottenuto sia quando si hanno oggettive difficoltà a rimborsare i finanziamenti che sono già in essere, che quando si vuole semplicemente riassettare i vari prestiti rendendoli più facili da gestire nel loro complesso (come importo e come numero di rate).
Proprio per questo prima di diventare cattivi pagatori bisognerebbe agire in modo tempestivo, visto che le banche possono avere delle soglie di “tolleranza” molto diverse tra di loro. Alcune accettano un numero di “ritardi” di pagamento pari a 3, mentre altre possono arrivare ad almeno 6. Inoltre nello scegliere la banca con cui accendere il finanziamento bisognerebbe guardare proprio al rapporto creditizio maturato con essa. Qui possiamo avere due situazioni estreme:
Nella richiesta di un consolidamento debiti per cattivi pagatori, anche in relazione alla propria posizione lavorativa, bisogna fare una prima indagine finalizzata a conoscere le soglie di tolleranza delle varie banche che propongono questo tipo di prestito. Sono da preferire gli Istituti di credito che prevedono una soglia superiore ai ritardi accumulati (ad esempio se si hanno 3 ritardi è meglio rivolgersi ad una banca che ne accetta 4 o 6 ed evitare quelle che accettano non più di 3 ritardi). Quindi, come per ogni altro prestito, si dovrebbero richiedere vari preventivi, successivamente fare un confronto e optare per quello che complessivamente prevede un esborso minore.
Una volta trovato il preventivo migliore si dovrà seguire la procedura indicata dalla banca o finanziaria scelta: consegnare i documenti reddituali, quelli personali e i conteggi di estinzione di tutti i finanziamenti che si desidera consolidare. A questo punto non si dovrà fare altro che attendere l’esito della fase di istruttoria ed in caso di esito positivo essere puntuali nel rimborsare la sola rata che ne deriverà.
Come accennato all’inizio il consolidamento dei prestiti o dei debiti nasce per rendere più gestibile un finanziamento. Ciò avviene accorpando le varie rate in una sola rata mensile o periodica. In più è possibile scegliere un rapporto tra tasso e durata che permetta di raggiungere un esborso complessivamente minore. Ciò significa che se prima avevamo 5 rate da 100 euro l’una, ora dovremmo rimborsare una sola rata che sia ad esempio di 400 o 450 euro. Per questa ragione normalmente è sconsigliato richiedere un consolidamento debiti aggiungendo nuova liquidità.
Non esistono limitazioni di “opportunità” se richiedendo un prestito di consolidamento si ottiene un miglioramento rispetto alla situazione pregressa. Ci sono tuttavia delle limitazioni dettate dal “tempo” che dovrebbero sconsigliare una richiesta di consolidamento debiti. Ad esempio quando nell’operazione vengono inclusi finanziamenti che volgono al termine (per cui rimane quasi solamente il rimborso della quota capitale), non c’è convenienza nel rifinanziare un prestito per il quale sono stati già rimborsati quasi tutti gli interessi.
Inoltre, considerato che la riduzione degli importi passa sia per l’applicazione di un tasso di interesse normalmente più basso che per un allungamento della durata del periodo di rimborso, non si dovrebbe scegliere una durata più lunga del necessario, a meno che ciò non sia dettato dalla reale necessità di avere una rata decisamente più bassa rispetto alla somma di quelle già in corso. Si tratta però di una decisione che va ponderata con estrema cautela.
A volte può capitare che lo status di cattivo pagatore sia tale da non permettere l’accesso ad un normale consolidamento debiti. In questi casi, ad eccezione degli autonomi, si può richiedere la cessione del quinto dello stipendio. Grazie al funzionamento che la caratterizza può infatti essere usata per estinguere anche prestiti già in corso, oltre che per richiedere nuova liquidità. Tuttavia ciascuna estinzione anticipata dovrà essere fatta a cura del richiedente, non avendo alcuna attinenza con i finanziamenti già presenti.
Banca Unicredit propone il CreditExpress Compact. Il tasso applicato è fisso per tutta la durata che può andare dai 36 mesi fino alle 120 mensilità. L’importo richiedibile è tra i 3 mila e i 50 mila euro. Si può facoltativamente abbinare al rimborso anche una polizza vita;
Intesa SanPaolo già da qualche anno ha inserito nella sezione dei prestiti il Monorata. Anche in questo caso la durata può arrivare fino a 120 rate ma l’importo massimo ottenibile si alza a 75 mila euro. Per chi vuole tutelarsi di fronte agli imprevisti è prevista la polizza facoltativa Proteggi Prestito.