Cessione del quinto insegnanti – Piccolo prestito, pluriennale o convenzionato?

La categoria degli insegnanti, dopo la nascita di tantissimi istituti scolastici privati, oggi è composta da quelli che rientrano tra i dipendenti statali e quelli invece che hanno un datore di lavoro “privato”. A queste due ‘classi’ si aggiungono i precari (problema che riguarda soprattutto gli insegnanti statali) e quelli che hanno un contratto di lavoro a tempo determinato, generalmente soggetto a rinnovo annuale.

Di fronte a una categoria così variegata non si può ottenere una classificazione univoca dei prestiti ai quali possono accedere. Da quelli agevolati Inpdap a quelli proposti dalle banche private, la tipologia che continua a mantenere una condizione di accesso più costante è però la cessione del quinto insegnanti, per il cui calcolo si possono utilizzare degli strumenti differenti, con condizioni altrettanto diversificate.

Quali alternative?

Nella cessione del quinto insegnanti rientrano, come modalità di rimborso il piccolo prestito Inpdap e il prestito pluriennale Inps ex Inpdap (sia quelli diretti che quelli garantiti, ma a condizione di avere una motivazione attinente a quelle indicate negli appositi regolamenti) oltre che la ‘classica’ cessione del quinto concessa dalle banche al di fuori della gamma di finanziamenti agevolati. Le principali differenze, oltre alle condizioni economiche applicate, si hanno soprattutto a livello di requisiti minimi che devono essere presenti per poter accedere ad una tipologia piuttosto che ad un’altra. Quindi ci possiamo trovare davanti a situazioni in cui gli insegnanti di religione che dipendono da amministrazioni statali potranno usufruire dei tassi destinati ai dipendenti pubblici, a differenza degli insegnanti di italiano o matematica di un ente privato perché mancanti della garanzia “statale”.

I prestiti agevolati: solo per gli statali ma a che condizioni?

Scendendo nel particolare la cessione del quinto insegnanti con condizioni agevolate può essere suddivisa in:

  • prestiti erogati dall’Inpdap (o meglio dall’Inps ex gestione Inpdap) per i quali sono previsti tassi di interesse fissi uguali per tutti i richiedenti, stabiliti con regolamento;
  • cessioni del quinto erogate dalle banche al di fuori di accordi o convenzioni, che usufruiscono tuttavia di tassi più bassi rispetto a quelli destinati ai dipendenti del settore privato;
  • >prestiti in convenzione o pluriennali garantiti. Questi prevedono l’applicazione di tassi differenti a seconda della banca alla quale ci si rivolge, ma che comunque saranno agevolati rispetto a prodotti simili destinati a soggetti che non possono accedere alle agevolazioni stesse.

Le condizioni saranno fisse e uguali per tutti coloro che hanno i requisiti minimi necessari solo nel caso del prestito pluriennale garantito e nel caso del piccolo prestito. Ovviamente si tratta di finanziamenti che sfruttano la modalità di calcolo e di rimborso tipica delle cessioni del quinto, ma prevedono anche delle restrizioni che non li rendono accessibili a tutti. Vediamole nel particolare.

Requisiti minimi necessari piccolo prestito

Prima di prendere in esame le possibili condizioni riservate alla cessione del quinto insegnanti si deve vedere se si hanno i requisiti minimi necessari richiesti. Facciamo un esempio: se si ha bisogno di una somma modesta, per far fronte a un’urgenza immediata, da restituire in un periodo che va dai 6 mesi ai 48 mesi c’è il piccolo prestito. Per sapere se si hanno i requisiti di accessibilità la via più semplice è quella di entrare nell’area personale del portale NoiPa (approfondimento: Guida prestiti Noipa). All’interno dell’area personale nella sezione prestiti è presente la voce corrispondente al piccolo prestito, dove sono riportate anche le somme che si possono ottenere. L’invio della richiesta avviene dalla stessa area in modo completamente telematico. Se non si ha questa possibilità di accesso ci troviamo di fronte a due possibili situazioni:

  • non si ha l’abilitazione (basta richiederla dotandosi delle credenziali di accesso e richiedendo il pin);
  • non si hanno i requisiti richiesti.

Requisiti minimi necessari prestiti pluriennali

Nel caso dei prestiti pluriennali sia diretti che garantiti bisogna avere sia l’anzianità minima necessaria di iscrizione al Fondo della gestione Unitaria che di contribuzione volontaria per lo stesso periodo. Non solo soprattutto per quelli diretti bisogna avere anche le motivazioni aderenti a quanto previsto dal regolamento, ad esempio:

  • l’acquisto di un’auto;
  • una spesa di ristrutturazione;
  • il riscatto di un immobile;
  • la nascita del figlio;
  • la necessità di affrontare le spese relative a una cerimonia (come matrimonio, battesimo, ecc);
  • le spese di tipo sanitario;
  • il decesso di un familiare o congiunto, ecc.

L’iscrizione al fondo della gestione unitaria è facoltativa, e nel passaggio dallo stato di servizio a quello di pensionato bisogna decidere se rinnovarla o meno (Attenzione, non avviene in modo automatico). L’anzianità di servizio non incide sul possesso dei requisiti, poiché se ad esempio si è insegnanti da 10 anni, ma ci si è registrati solo da 1 al fondo, per accedere al prestiti pluriennali si dovranno attendere altri 3 anni (solo 1 anno se si ha la possibilità di ridurre il tempo di contribuzione prevista solo nei casi specifici del regolamento Inps).

Il discorso per gli insegnanti precari diventa più complesso, perché è necessario anche che abbiano raggiunto almeno 3 anni di anzianità in servizio. Per chi ha un contratto a tempo determinato che viene rinnovato di anno in anno nel settore pubblico, c’è invece l’equiparazione alla condizione di contratto a tempo indeterminato a condizione che siano stati fatti i regolari versamenti ogni mese.

Per i prestiti pluriennali c’è differenza infine a seconda che siano diretti o garantiti. Quelli diretti impongono l’obbligo di rivolgersi alla propria amministrazione per la compilazione della relativa documentazione e successivo invio telematico della domanda. Nel caso di quelli garantiti bisogna rivolgersi all’amministrazione per inviare la domanda alla banca che poi comunicherà la ricezione della richiesta all’Inps che dovrà dare parere sull’assunzione della garanzia. Se c’è il via libera la valutazione della richiesta torna alla banca che potrà accettare o rifiutare la richiesta. In questi casi comunque la motivazione per la richiesta del prestito non va addotta.

Approfondimenti: Prestiti agevolati Inps.

Cessioni del quinto agevolate per i dipendenti statali o per convenzioni

Anche nel caso della cessione del quinto insegnanti se si è un dipendente pubblico si hanno due possibili vie alternative ai prestiti Inpdap. Una è aperta solo a coloro che rientrano nella categoria che beneficia di particolari convenzioni, che possono avere carattere regionale o statale. Le procedure da seguire sono le stesse previste dal regolamento della convenzione (ad esempio rivolgersi a una specifica agenzia o consulente). In pratica questo tipo di soluzione può riguardare anche insegnanti di scuole private che abbiano autonomamente stipulato analoghe convenzioni.

Infine ci sono le cessioni del quinto che le banche erogano a condizioni migliori rispetto a quelle dei dipendenti privati, semplicemente perché i dipendenti statali offrono maggiori e migliori garanzie in virtù della solidità del loro “datore di lavoro”. In questo caso rientrano le cessioni no Tfr ed in generale finanziamenti con importi concedibili più elevati e tassi più bassi. Non si devono avere particolari requisiti se non essere uno “statale” e rivolgersi alla banca che nel ‘confronto’ offre le condizioni migliori.

Approfondimento: Preventivo cessione del quinto.

Conclusioni

Nel caso della cessione del quinto insegnanti “privati” non si hanno ampie scelta sulle possibili alternative. Di contro si ha nel complesso maggiore libertà di azione ma si devono accettare più restrizioni sulle garanzie, visto che difficilmente si potrà contare su una cessione no Tfr. Per entrambe le categorie rimane comunque fondamentale la necessità di richiedere più preventivi, anche per poter apprezzare se realmente le condizioni agevolate possono essere considerate tali.