L’assorbimento da parte dell’Inps dell’Istituto Nazionale per la previdenza del pubblico impiego non ha modificato nella sostanza la parte dedicata alle varie tipologie di finanziamento previste (né come requisiti e né nella sostanza ovvero per gli importi, le situazioni, ecc). Quindi in sostanza sono rimaste tre possibili alternative per i dipendenti pubblici, delle quali due possono rientrare in modo diretto o indiretto nella cessione del quinto Inpdap e cioè:
Per la cessione del quinto Inps è sempre lo stesso Istituto previdenziale che comunica la variazione dei tassi (vedi anche Prestiti Inps), che nel 2016 confermano la tendenza di quanto già fatto vedere nel 2015, ovvero una progressiva e lieve discesa, per quelli Inpdap (sui finanziamenti erogati direttamente) le modifiche sono molto meno frequenti, essendo legate all’approvazione di un apposito regolamento.
Quelli invece “garantiti” ma non erogati dall’apposito fondo, ci si deve riferire al tasso convenzionato con la banca proponente. In tutti i casi vanno considerati anche le quote che devono essere versate nel Fondo rischi, il cui impatto può essere calcolato dalle apposite tabelle.
Può causare un poco di confusione l’uso del temine “cessione del quinto Inpdap” visto e considerato che questi vengono propriamente indicati come “prestiti pluriennali” la cui durata può essere di 5 anni (o 60 rate) o di 10 anni (oppure 120 mensilità), che incide anche sull’importo massimo che può essere richiesto. Questi prestiti possono essere diretti (ovvero erogati direttamente dall’ Inpdap fino all’esaurimento dell’apposito fondo), oppure garantiti (concessi da banche convenzionate).
Oltre ai requisiti soggettivi (ovvero quelli che deve avere il richiedente) e quelli oggettivi (cioè le circostanze per cui possono essere richiesti), deve essere rispettato anche quello reddituale. Infatti il funzionamento dei rimborsi impone il pagamento di una rata mensile al massimo pari al quinto dello stipendio netto (nel caso di pensione si considera la somma di tutte le pensioni dalla quale deve essere sottratta anche la quota cedibile) che viene trattenuta a monte sullo stipendio o sulla pensione. Ed è questa la ragione per cui spesso vengono impropriamente definiti come cessione del quinto Inpdap.
Tra le voci che contribuiscono alla determinazione della rata mensile, si deve considerare anche il contributo che copre la quota di rischio che, per chi è in attività, è sia per perdita di impiego che in caso di morte, mentre per i pensionati si restringe solo a quest’ultima ipotesi (vedi anche Finanziamenti per pensionati).
In ordine di convenienza troviamo al primo posto i prestiti pluriennali diretti (o non garantiti) che sono quelli erogati direttamente dalla gestione dell’Inps ex Inpdap e che hanno un tasso fisso indicato dal regolamento.
Poi troviamo quelli pluriennali garantiti, dove gli accordi con le banche prevedono tassi un poco più elevati, ma sempre al di sotto della media dei tassi applicati dalle altre banche.
Al terzo posto quelli che sono concessi, al di fuori di specifici accordi, ai dipendenti del settore pubblico, con tassi medi.
Tuttavia le prime due tipologie possono essere richieste solamente da coloro che abbiano l’anzianità di 4 anni di servizio e contribuzione al Fondo della Gestione Unitaria (che è facoltativa).
Per alcuni soggetti l’anzianità è solo di 2 anni come ad esempio per gli invalidi civili, chi ha una medaglia al valor militare oppure chi è mutilato di guerra. Per i pensionati la domanda di iscrizione alla Gestione Unitaria va fatta al momento della presentazione della domanda di pensionamento.
Le principali differenze fra le tipologie delle due forme di cessione del quinto Inpdap possono riguardare:
Per quest’ultimo aspetto c’è meno certezza se ci si rivolge alle banche convenzionate, visto che il livello dei tassi di interesse applicati non sono omogenei (per farsi un’idea sulla convenienza si deve richiedere più di un preventivo, e fare una comparazione di convenienza ed una relativa simulazione di sostenibilità).
Invece per la cessione del quinto Inpdap erogata direttamente, il tasso Taeg, già da diversi anni, è fermo al 3,5% (vanno aggiunte, come già accennato, le commissioni di gestione e il fondo rischi condizionato dall’età e dallo stato lavorativo o in pensione del richiedente)!!!
In questo caso per fare un calcolo sulla convenienza e sulla sostenibilità delle rate, si può procedere a una simulazione in due modi:
La differente natura che caratterizza quelli diretti da quelli convenzionati, porta a due iter differenti. Nel caso di quelli erogati direttamente si può simulare il calcola rata sul sito dell’Inps stesso andando su questa pagina http://www.inps.it/portale/default.aspx?iiDServizio=564.
E’ possibile fare il calcolo per ‘rata ideale’ (indicando reddito netto, data di nascita e numero delle rate) oppure per ‘importo specifico’ (indicando gli stessi dati personali ma sostituendo la rata con la somma che si vorrebbe ottenere). Entrambi i servizi non richiedono l’autenticazione o la registrazione sul sito, ma la simulazione può essere fatta da chiunque senza alcuna limitazione.
Nel solo caso della cessione del quinto Inpdap direttamente erogata dall’apposito fondo, bisogna fare la domanda in modo telematico, che va inviata usando la funzione dedicata denominata “Domande Web Prestiti Pluriennali”.
Invece nel caso della cessione del quinto con convenzione Inpdap (ovvero i pluriennali garantiti) ci si deve rivolgere alle banche proponenti portando con sé la certificazione reddituale rilasciata appositamente dalla propria amministrazione per avere un preventivo. In seguito sono le amministrazioni che fattivamente inoltrano i documenti alla banca, la quale stila il contratto che viene restituito all’amministrazione, e da questa trasmesso all’Inps per l’accertamento del possesso di tutti i requisiti.