Perché una cambiale (indipendentemente dalla tipologia, quindi da quelle agrarie a quelle finanziarie, fino a quelle in bianco a garanzia) non vada incontro al rischio di nullità, è necessario che siano rispettati alcuni formalismi.
Tuttavia il mancato pagamento del bollo sulle cambiali non ricade in queste ipotesi, ma priva il titolo del carattere “esecutivo”. Ciò significa che la cambiale è comunque valida, che il beneficiario avrà diritto alla prestazione e la controparte ne avrà l’obbligo, ma in caso di mancato pagamento non si potrà intraprendere la strada del protesto, ma si dovrà seguire l’iter del “recupero” crediti. Ricordiamo inoltre che il bollo cambiario è a totale carico del debitore.
Il calcolo non è complicato, in quanto la determinazione avviene applicando un’aliquota fissa che è pari anche per il 2016 al 12 per mille, per quelle agrarie si applica quella agevolata al 0,1 per mille e per i pagherò quella all’11 per mille (vedi anche Guida alle cambiali agrarie). Si deve fare anche un arrotondamento, che va in diminuzione se l’ultima cifra è inferiore a 5 centesimi, e in aumento se è invece pari o superiore.
Quindi ad esempio, se l’importo del bollo dovuto fosse di 123,54 euro allora dovrebbe essere pagata in misura pari a 123,50 euro. Se invece fosse pari a 123,56 euro allora la cifra sarebbe di 123,60. Bisogna fare molta attenzione a questa fase di calcolo, poiché se il pagamento del bollo sulle cambiali avviene in misura inferiore a quella dovuta (anche solo parzialmente) si hanno gli stessi effetti di mancato pagamento.
Dalla fine del 2009 è necessario inderogabilmente utilizzare gli appositi contrassegni telematici (taglio minimo per la cambiale 50 centesimi), che sono acquistabili presso i rivenditori autorizzati per i valori bollati (poste, tabaccaio, ecc) e che devono inoltre essere vidimati alla posta. Questi hanno sostituito le classiche ed oramai ‘fuori corso’ marche da bollo.
Anche per queste ultime precedentemente non era previsto un numero massimo, essendo possibile allegare un altro foglio, che si chiamava “foglio di allungamento”, dove apporre le marche se queste non avessero trovato abbastanza spazio.