Il personale ospedaliero, pur essendo inquadrato in varie categorie e mansioni, è caratterizzato dalla presenza di un rapporto di lavoro subordinato dipendente. Anche per questa ragione una delle tipologie più comuni di finanziamento offerta, soprattutto all’interno di apposite convenzioni o accordi, è la cessione del quinto.
I prestiti per i dipendenti ospedalieri possono però presentare grandi differenze a seconda della categoria interessata:
dipendenti della sezione amministrativa, direzione, sicurezza e altri servizi.
Come appena detto, la cessione del quinto o i prestiti con caratteristiche simili (per la definizione di rata e modalità di rimborso), sono le tipologie più proposte ed utilizzate. In questo ambito possiamo trovare le seguenti possibili proposte alternative:
– Il prestito pluriennale
Questa tipologia di finanziamento è fruibile dal personale statale che ha maturato i requisiti previsti dal regolamento del prestito pluriennale che a sua volta è suddivisibile in:
Tutte queste tipologie di finanziamento esistono ancora anche se il regolamento che ne disciplina i requisiti e la richiesta risale al 2011. A partire dalla stessa data sono anche fermi i tassi, pari per il prestito pluriennale diretto (erogato direttamente dal Fondo delle prestazioni Unitarie creditizie e sociali) al 3,5% più uno 0,50% per le spese di amministrazione, e l’aggiunta della copertura assicurativa della ‘quota di rischio’ . Nel caso del piccolo prestito è stata superata già da un po’ di tempo la soglia del 5%. Detto questo, per conoscere il tasso applicato al momento della richiesta bisogna controllare se l’Inps ha applicato una qualche modifica in salita o in discesa.
Il prestito pluriennale garantito è invece frutto di una convenzione tra l’ex Inpdap e banche o finanziarie. Queste effettuano fattivamente l’erogazione del prestito e si impegnano ad applicare condizioni non superiori al limite previsto dalla convenzione stessa (al di sotto di questa soglia ogni banca decide il tasso che ritiene più opportuno).
Per poter accedere a queste forme di finanziamento bisogna aver maturato l’anzianità di iscrizione al Fondo della gestione unitaria con uguale periodo di contribuzione fissata a 4 anni (tranne alcuni casi particolari in cui i tempi si dimezzano).
– Prestiti con condizioni agevolate che l’azienda ospedaliera ha stipulato con vari Istituti bancari e finanziarie
Si tratta di accordi che valgono solo per la struttura ospedaliera stipulante o per tutte quelle appartenenti allo stesso gruppo. Spesso si tratta di accordi che riguardano anche mutui e prestiti personali, ma per conoscere i requisiti e le condizioni applicate, bisogna chiedere dei preventivi personalizzati o rivolgersi ai consulenti indicati come referenti nelle convenzioni stesse. Questi accordi hanno una durata limitata e sono soggetti a revisione o rinnovo.
Quindi bisogna sempre anche accertarsi che le condizioni che interessano siano ancora attive nel momento in cui si vuole passare alla richiesta. Nel caso di ospedali molto grandi, gli accordi possono avere un peso a livello nazionale, per cui ci si può rivolgere direttamente alle varie filiali che appartengono al gruppo bancario che ha stretto degli accordi. Bisogna tuttavia fare attenzione a eventuali esclusioni o eccezioni.
– Prestiti dedicati a specifiche categorie come nel caso dei medici (per l’iscrizione all’Enpam) o in convenzione con associazioni di appartenenza
In questo caso è l’associazione di categoria e non l’ospedale ad avere in corso delle convenzioni con accordi a tassi agevolati. Quindi, anziché rivolgersi alla propria amministrazione, bisogna riferirsi ai referenti dell’associazione o ordine di appartenenza. Negli accordi, oltre alle condizioni, sono specificate anche le banche coinvolte, le spese finanziabili, e gli importi minimi e massimi richiedibili.
Come si può capire, quindi, la scelta sui prestiti per dipendenti ospedalieri è ricchissima di alternative e non sempre la scelta è agevole. Vediamo insieme i principali aspetti da valutare
Il discorso dei vantaggi è fin troppo ovvio, dal momento che questi tipi di accordi nascono per offrire condizioni agevolate rispetto a quelle che si otterrebbero nel mercato bancario. Tali benefit possono consistere in tassi più bassi e/o esenzione da alcune spese accessorie (come quelle di incasso rata o di istruttoria), od ancora possono consistere in una maggiore facilità di accesso al credito.
Come svantaggi possiamo considerare invece:
Una volta scelto il prestito per il quale si vogliono avere degli approfondimenti od un vero e proprio preventivo, è essenziale rivolgersi esattamente ai referenti indicati nelle convenzioni. Solo in questo caso si è certi di procedere nel modo corretto e non si rischia di firmare contratti di finanziamento con la certezza di aver aderito alla convenzione, quando di fatto non è così.
Tale discorso non è valido solo nel caso del prestito pluriennale diretto e per il piccolo prestito, in quanto in questo caso la procedura va fatta on line e il referente è la propria amministrazione che deve occuparsi della compilazione di alcune parti della domanda.
Sul sito dell’Inps è presente un apposito ‘calcola rata’ attraverso cui farsi un’idea delle condizioni ottenibili con i vari finanziamenti dedicati. Parliamo però di una mera simulazione che non ha carattere di vero e proprio preventivo, anche a causa di possibili ritardi nell’aggiornamento delle condizioni in vigore (in primis i tassi applicati).