Con la dicitura “cessione del quinto INPS” ci si riferisce solitamente al cosiddetto Prestito in Convenzione INPS, ovvero una particolare forma di cessione del quinto erogata ai pensionati esclusivamente da banche e finanziarie che hanno scelto di aderire alla Convenzione INPS. Quest’ultima viene aggiornata ed approvata dall’Inps ogni 3 anni con lo scopo di garantire alla categoria “fragile” dei pensionati un accesso al credito:
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Chi può richiedere la cessione del quinto Inps?
Tutti i pensionati Inps e ex Inpdap in possesso di regolare pensione di vecchiaia. Attenzione però: non tutte le pensioni percepite sono cedibili. Ad esempio non rientrano nel calcolo della quota cedibile:
Per quanto riguarda l’età massima finanziabile, in teoria è di 90 anni a fine finanziamento, in quanto la cessione del quinto rivolta ai pensionati è sempre accompagnata per legge da un’assicurazione obbligatoria sulla vita che, in caso di morte del debitore prima della conclusione del rimborso, tutela sia la banca che gli eredi. Nei fatti, però, sono poche le banche e finanziarie convenzionate che offrono effettivamente la cessione INPS fino ai 90 anni di età. Solitamente ci si ferma agli 85 o 87 anni alla scadenza del contratto.
L’importo massimo richiedibile non è fisso, ma varia a seconda della quota cedibile indicata in un apposito certificato rilasciato dall’ente previdenziale. Essa è pari al 20% della pensione al netto delle trattenute fiscali e previdenziali. In alcuni casi, però, tale quota cedibile sarà ulteriormente ridotta al fine di garantire mensilmente al pensionato almeno la pensione minima, che per il 2024 è stata fissata a 614,77€. Solo dopo il calcolo della quota cedibile sarà possibile stabilire l’importo massimo che può essere concesso.
Infatti, se ad esempio la quota cedibile è pari a 280€ allora l’importo massimo che si può richiedere sarà pari a 280€ x 120 = 33.600€ (quota capitale più interessi), dove 120 corrisponde alla durata massima prevista per questa particolare tipologia di finanziamento (sempre compatibilmente con l’età anagrafica del richiedente).
Come una classica cessione del quinto: il rimborso (con una durata a scelta tra un minimo di 24 ed un massimo di 120 mensilità) non avviene per mano del pensionato ma attraverso l’intervento della stessa INPS che si impegna a trattenere mensilmente la rata sul cedolino della pensione e a versarla puntualmente all’ente creditore. Proprio in virtù di tale “garanzia” banche e finanziarie permettono l’accesso alla cessione del quinto anche a pensionati segnalati come cattivi pagatori o che abbiano già altri finanziamenti in corso.
Sebbene la cessione del quinto INPS permetta un accesso al credito facilitato, si tratta pur sempre di un finanziamento e in quanto tale soggetto all’approvazione dell’istituto di credito al quale ci si rivolge.
Le principali cause per cui una richiesta di cessione del quinto può essere rifiutata sono:
Una volta consegnati i documenti necessari (carta di identità, codice fiscale e/o tessera sanitaria, cedolino della pensione) e ufficializzata la richiesta, i tempi necessari per arrivare all’erogazione della somma concessa sul proprio conto corrente oscilla da un minimo di 7 giorni ad un massimo di 30.
Ciò è dovuto al fatto che ogni pratica ha le sue peculiarità, alcune delle quali possono richiedere un “maggior impegno” al fine di superare eventuali criticità. Ad esempio, se il pensionato presenta determinate patologie o è particolarmente in là con gli anni può essere necessario rivolgersi a più di una compagnia assicurativa prima di trovare quella che dia l’ok per la polizza assicurativa obbligatoria.
Abbiamo detto che la cessione del quinto INPS è erogata esclusivamente dalle banche e finanziarie che hanno aderito alla Convenzione INPS.
Questo accordo prevede che gli istituti aderenti riservino ai pensionati condizioni migliorative rispetto a quelle di mercato ed indica i tassi soglia, ovvero il tasso di interesse massimo che può essere applicato alla cessione del quinto in convenzione in base all’età del pensionato e all’importo richiesto. Si tratta quindi di “linee guida” all’interno delle quali ogni Istituto aderente decide poi autonomamente in che misura ritagliare un vantaggio ai beneficiari, che in alcuni casi consiste in un aumento dell’età massima di accesso, in altri in tassi di interesse complessivamente più bassi, ed in altri ancora in sconti applicati sui costi accessori (ad esempio il premio dell’assicurazione obbligatoria a carico della banca).
Non si può oggi fare una casistica generale completa, ma per valutare la bontà dell’offerta bisogna informarsi direttamente, partendo sempre dalla richiesta di un semplice, non vincolante, e sempre gratuito preventivo. Ricordiamo infatti che i preventivi non costituiscono una richiesta formale di finanziamento, quindi non vanno a inficiare le possibilità future di ottenere o richiedere un’altra cessione o un altro tipo di prestito.
Affinché i preventivi possano essere facilmente paragonati tra loro è importante che si riferiscano allo stesso importo e alla stessa durata: in tal modo per valutarne la minore o maggiore convenienza sarà sufficiente confrontare tra loro i TAEG scegliendo quello più basso.
A tal proposito, almeno in una prima fase di scrematura delle varie offerte, può aiutare anche la simulazione online, servizio offerto gratuitamente dai più noti siti di comparazione prestiti.
L’elenco delle banche e finanziarie che ogni anno scelgono di aderire alla Convenzione INPS è in continuo aggiornamento. Per questo, quando si ha intenzione di richiedere una cessione del quinto Inps, per andare a colpo sicuro è sempre utile riferirsi all’elenco ufficiale consultabile sul sito dell’ente previdenziale.
Tra le banche e finanziarie convenzionate, al 10 dicembre 2024 troviamo ad esempio:
Se si è pensionati INPS (ex Inpdap o ex Ipost) e al momento di andare in pensione si è scelto di continuare a versare i contributi volontari nell’apposito Fondo della Gestione Unitaria, è possibile richiedere i Prestiti Pluriennali diretti (erogati dall’Inps), che sono la forma più “pura” di cessione del quinto Inps. Si ha così la garanzia di poter fare affidamento su un tasso particolarmente vantaggioso, la cui modifica può avvenire solo con il cambiamento del Regolamento che ne indica le modalità e i requisiti di concessione. In questo modo non si devono sopportare le bizze del mercato. Oltre al tasso base bisogna però aggiungere il contributo di 0,5% fisso e la quota del Fondo Rischio come copertura assicurativa obbligatoria, che interviene a coprire il debito residuo in caso di morte prematura del richiedente. Quest’ultima voce di costo, calcolabile utilizzando le apposite tabelle, è molto elevata nel caso dei pensionati e non può essere evitata in nessun modo.
Questo tipo di finanziamento, seppur quasi sempre più vantaggioso a livello di tassi applicati, può essere richiesto solo se si verificano delle cause ben specifiche. Infatti, quando se ne fa domanda bisogna dimostrare il tipo di uso che verrà fatto della somma ricevuta (ad esempio ristrutturazione, per l’acquisto di un’auto, per spese sanitarie, per cerimonie, nascita del figlio, ecc). Si deve sottostare anche al limite della durata, visto che alcune motivazioni ammettono solo l’accesso ai Prestiti Pluriennali con scadenza di 5 anni, mentre altre a quelli con scadenza di 10 anni.
Come requisiti si dovranno avere:
La procedura prevede un intervento della pubblica amministrazione che inoltra la richiesta per via telematica ed una successiva conferma tramite il portale dell’Inps da parte dell’interessato/richiedente (che dovrà avere un pin dispositivo). Per il calcolo ci si può affidare al servizio di simulazione online presente sul sito Inps.
(Approfondimento: Guida ai prestiti Inps)
C’è però da considerare il fatto che la convenienza non è detto che sia sempre solamente economica. In alcuni casi ‘conviene’ ciò che ‘si può ottenere’, aspetto di grande importanza specialmente se si è pensionati piuttosto in avanti con gli anni.
Ad esempio, i Prestiti Pluriennali permettono di finanziare i pensionati fino a 90 anni di età, mentre sono ancora pochi gli Istituti di credito che si spingono così in là (ad oggi ad esempio ricordiamo Bnl e Findomestic). Però, sempre i Prestiti Pluriennali, hanno la grande limitazione di dover necessariamente motivare la richiesta, che deve rientrare tra quelle previste dal Regolamento.
Dunque, tra un Prestito Pluriennale Inps ed una Cessione convenzionata Inps ci sono grandi differenze, soprattutto quando si tratta dei requisiti che bisogna avere e delle limitazioni a cui si deve sottostare.
La scelta della cessione del quinto della pensione da richiedere è dunque molto legata alle proprie effettive esigenze e caratteristiche personali. Riassumendo:
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