Le alternative di finanziamento tra cui possono scegliere gli impiegati nel settore pubblico, sono arricchite dall’esistenza di specifici prestiti per dipendenti statali.
Questi però presentano dei limiti di accesso, con dei requisiti obbligatori che ne possono limitare l’impiego, come nel caso dei prestiti pluriennali garantiti o non garantiti Inpdap. Entrambi costituiscono un’ulteriore alternativa alla cessione del quinto presentando caratteristiche pressoché identiche ma a condizioni molto più vantaggiose.
Indubbiamente nel caso dei dipendenti statali, sia rivolgendosi ad alcune banche o finanziarie “normali” che a quelle convenzionate per i prestiti pluriennali garantiti, si ottengono condizioni migliori rispetto ai dipendenti privati. Tra le banche più attente nel riservare comunque condizioni particolari troviamo BPER.
Ci possono essere dei limiti per alcuni contratti di lavoro, come nel caso delle richieste della cessione del quinto per dipendenti con contratto a tempo determinato. Anche qui le possibilità non mancano, ma si fanno molto meno frequenti, il che assottiglia la possibilità di trovare a volte condizioni particolarmente convenienti.
Logicamente, quando possibile, è possibile anche richiedere finanziamenti specifici, come il già citato piccolo prestito e il prestito pluriennale non garantito. L’importante è essere attenti ad acquisire i minimi requisiti necessari che rendono accessibile questa specifica categoria, visto che è prevista un’anzianità minima di servizio e di contribuzione al Fondo della Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie.
I pensionati devono fare richiesta di iscrizione al Fondo con la domanda di pensionamento, mentre i dipendenti pubblici la possono fare in qualsiasi momento. E’ comunque necessario che sia iniziata la contribuzione al fondo (per i pensionati è di 0,15% e per i dipendenti 0,35%).
Per il piccolo prestito ad esempio dei dipendenti ex Ipost è prevista un’anzianità minima di 2 anni di versamenti al Fondo . Per i prestiti pluriennali si sale comunque a 4 anni che si dimezzano solo per gli invalidi o i medagliati al valor militare o mutilati di guerra.
Entrambi possono essere richiesti anche da lavoratori a tempo determinato, ma per i prestiti pluriennali il contratto a scadenza deve essere pari ad almeno 36 mesi, e la durata massima del finanziamento pari al periodo che manca al suo termine (ad esempio un contratto di 5 anni permette di ottenere una durata di 5 anni).
L’iter cambia a seconda che si tratti di quelli ex Ipost o ex Inpdap ed in funzione della tipologia (pluriennali non garantiti, diretti od erogati da banche e finanziarie senza particolari accordi). Nel caso in cui la domanda passi per l’Inps (unico ‘referente’ dopo l’assorbimento di Ipost e Inpdap) è prevista la presentazione telematica.
La procedura più semplice per il piccolo prestito passa per la funzione self service di presentazione della richiesta su NoiPa usando codice fiscale e password, oppure la Carta servizi. Comunque sia su Inps che su NoiPa è possibile fare simulazioni per valutare l’impatto della rata che si dovrebbe rimborsare.
Se invece ci si rivolge a banche convenzionate per i prestiti pluriennali (quelle società che son state autorizzate in base all’articolo 15 del D.P.R. 180/50), si devono seguire le procedure indicate dalle stesse banche, rientrando in una condizione del tutto simile a quella che banche o società non convenzionate riservano ai dipendenti pubblici. Procedure analoghe si hanno anche per i rinnovi, fermo restando i limiti imposti dai vari regolamenti.