L’assegno scoperto è un classico mezzo di pagamentoutilizzato per portare avanti una truffa: si tratta di una situazione che capita molto più spesso di quanto non si possa pensare. La prima parola che viene solitamente associata all’ assegno sprovvisto di copertura (o senza provvista totale o parziale) è quella del protesto: è bene fare un po’ di chiarezza prima di vedere quali sono le possibili conseguenze e le eventuali sanzioni.
Ricordiamo che la procedura che porta al protesto è solo eventuale e non obbligatoria. Quando si emette un assegno si rilascia un titolo di credito a favore di un “beneficiario”, il quale ha il diritto alla prestazione (che è ovviamente in denaro a meno che non abbia valore di mera garanzia) anche se al momento dell’incasso non vi è adeguata copertura sul conto corrente. Questa situazione è impossibile per l’assegno circolare, mentre si può verificare tanto per il bancario quanto per quello emesso su un conto Bancoposta (vedi anche Prestito Bancoposta).
Il beneficiario dell’assegno scoperto per far valere il suo diritto può fare alcune azioni fino ad arrivare alla levata del protesto che presenta come altre conseguenze per il traente l’iscrizione al Cai e l’inibizione/revoca dell’uso dei sistemi di pagamento.
Quindi per rispondere all’originaria domanda non è assolutamente detto che il protesto sia l’ovvia conseguenza obbligatoria visto che il beneficiario può anche optare per altre vie, che sono:
Se poi non ci sono i termini per la levata del protesto rimane comunque la strada del recupero crediti (vedi anche Saldo e stralcio).
In caso di emissione di un assegno scoperto si rischiano delle sanzioni anche pesanti da 516 a 3.099 euro aggravabili con delle maggiorazioni se l’importo dell’ assegno è superiore ai 10.329 euro. Tuttavia di per sé non costituisce un reato di natura penale: perché si ricada in questa ipotesi è necessario che sia stato utilizzato per portare avanti una truffa.