La via che porta all’erogazione di un finanziamento è purtroppo spesso costellata da poca chiarezza, il che da una parte rende davvero difficile poter fare una scelta in modo perfettamente consapevole (sulla convenienza, sull’opportunità e sulla sostenibilità del prestito), e dall’altro può causare non pochi problemi specialmente quando si tratta di un finanziamento che in qualche modo è già stato impegnato da una necessità impellente. Alcuni problemi possono essere superati, o anche evitati, se si conoscono delle informazioni utili, e che invece vengono per lo più taciute.
I dipendenti di banche e di finanziarie indicano spesso troppo ‘ottimisticamente’ quelli che saranno i tempi di erogazione del finanziamento, ma nei fogli informativi sono indicati dei tempi più certi, che sono sempre di gran lunga maggiori.
Inoltre la tempistica massima prevista va calcolata non dal momento in cui viene avviata la pratica stessa, ma da quando è stato firmata la richiesta e allegata tutta la relativa documentazione. Questo è un aspetto che diventa molto importante soprattutto quando si fa la richiesta di un preventivo online, con conseguente inoltro della richiesta.
Anche quando una richiesta di finanziamento viene rifiutata rimane temporaneamente all’interno del sistema, per cui la propria capienza reddituale risulta compromessa (almeno apparentemente) a prescindere che la somma sia stata concessa oppure no. Quindi se si va a chiedere un altro prestito, le probabilità che venga rifiutato aumentano ulteriormente.
Se non si ha una particolare urgenza è preferibile aspettare che sia trascorso un mese (meglio 40 giorni) perché la richiesta precedente non risulti più nel sistema. Altrimenti bisogna far presente del precedente rifiuto (che non è un bel biglietto da visita) ed allegare la documentazione che lo dimostra.
Nella maggior parte dei casi, davanti ad un rifiuto ci si trova davanti ad un muro di silenzio sulle ragioni. Invece è diritto del richiedente sapere per quale motivo il prestito è stato rifiutato, così come quello di avere indietro la copia della documentazione e del contratto firmato.
Banche e finanziarie spesso non ottemperano a questo obbligo ma, forti dei propri diritti, vale la pena impuntarsi, anche perché questa documentazione può essere importante per poter istruire una nuova pratica di finanziamento. Ciò vale sia per i prestiti online che per quelli tradizionali.
Non è raro che verbalmente venga data la certezza dell’approvazione della pratica, per poi trovarsi spiazzati dal successivo rifiuto. Purtroppo in queste situazioni non c’è da recriminare, dato che una pratica passa attraverso tante fasi e tanti uffici, per cui il giudizio può essere positivo fino al momento dell’ultima approvazione, e qui trovare il rifiuto. Prima di sbilanciarsi sul fare acquisti quindi è meglio attendere l’ok ufficiale, che di norma viene anticipato dal ricevimento di una mail.
Anche se un prestito è stato erogato, con tanto di accredito di bonifico sul conto, si hanno 14 giorni per recedere senza costi, e 30 giorni con una lieve penalizzazione.
Prima di fare una richiesta bisogna farsi lasciare un preventivo scritto, dove siano riportate tutte le informazioni utili compreso i tassi (Taeg e Tan) e la data entro la quale le condizioni non possono cambiare. Questo serve per evitare che, dopo il necessario tempo di riflessione, facendo la richiesta, ci si senta rispondere che le condizioni migliori valevano prima e che ora sono scadute.
A volte si fa confusione sull’eliminazione delle penali di estinzione dei mutui e dei finanziamenti. Sui finanziamenti è facoltà delle finanziarie decidere se applicarle oppure no, per cui bisogna valutare la loro presenza nel caso di indecisione tra finanziamenti simili, e soprattutto bisogna andare a vedere nella voce specifica se sono presenti.
Non è raro che non vengano tolte, ma solo alleggerite, anche quando il finanziamento è giunto quasi al termine, per cui se si ha la necessità, pur non convenendo, di eliminare il debito residuo, si va incontro ad un peso da non trascurare.
Quando si ha già un prestito con una finanziaria o una banca, può essere naturale chiedere che una parte della somma di un nuovo finanziamento venga usata per estinguere il prestito in corso, cercando un accordo verbale, dato che si tratterebbe di una scelta di semplice buon senso. Però gli uffici di erogazione e quelli di estinzione non sono collegati, e di fatto si tratterebbe di una cortesia che, nella maggior parte dei casi, per problemi di comunicazione interna, non viene fatta.
La scelta più sicura è quella di estinguere il prestito in corso, farsi inviare immediatamente la lettera liberatoria e allegarla alla richiesta, a meno che non si tratti di un prestito di consolidamento più liquidità che è strutturato in modo differente e punta proprio all’eliminazione dei prestiti precedenti.
Specialmente nella cessione del quinto l’incidenza della penale di estinzione (legata soprattutto all’assicurazione obbligatoria) è tutt’altro che trascurabile. Bisogna fare attenzione quando si richiede l’estinzione anticipata, che l’assicurazione non venga messa ugualmente a carico del finanziato, dato che i premi non goduti vanno restituiti e quelli relativi a somme finanziate, per le quali verrà meno la copertura, non vanno pagate.
Stipulare una polizza che copra, a fronte di imprevisti che possono inficiare la capacità di rimborso, è utile e non richiede un investimento eccessivamente elevato. Tuttavia bisogna guardare con attenzione le condizioni, con un focus sul tipo di attività garantite (ad esempio potrebbero non essere coperti lavori atipici, ecc), e sul tipo di cause che potrebbero portare alle difficoltà economiche (come ad esempio il licenziamento, aspetto per il quale sono previste tante restrizioni, che spesso rendono queste assicurazioni inutili).